N. 25 - 2017 18 giugno 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

«Voglio che il mistero buono entri nei meandri della mia vita»

La bella testimonianza di una giovane madre dopo la tragedia di una bimba dimenticata in auto ci invita a riscoprire il…

Agostino Burberi

Noi, i “santi scolari” eternamente grati a don Milani

«Il suo esilio è stato provvidenziale: saremmo rimasti degli “umiliati”». L’ex allievo, oggi vicepresidente della Fondazione…

Padre Gianni Criveller

Porto in Cina il “vangelo” di don Milani e Mazzolari

Assieme a padre Franco Mella, il missionario ha tradotto in cinese alcuni testi dei due sacerdoti: «Vorremmo fossero un seme…

Officina del Sole

Non chiamateci fan club, siamo una comunità

Nata da un gruppo di fan della rock band di musica cristiana The Sun, l’Officina del Sole conta 500 iscritti, che si ritrovano…

Don Mimmo Zambito

Accoglienza è vita, respingimento è morte

L’ex parroco di Lampedusa racconta in un libro i tre anni vissuti sull’isola “porta d’ingresso” verso l’Europa per i migranti…

Amsterdam

La Signora di tutti i popoli

Nelle apparizioni avvenute dal 1945 al 1959 la Madonna ha promesso pace e protezione per tutto il mondo chiedendo di diffondere…

Ite, missa est di Emanuele Fant

La commovente ostinazione della tecno-nonna

I tentativi che i nostri nonni compiono per utilizzare computer e cellulari sono volti a restare “connessi” con figli e nipoti

Per una lettura completa...

Ite, missa est di Emanuele Fant

La commovente ostinazione della tecno-nonna

I tentativi che i nostri nonni compiono per utilizzare computer e cellulari sono volti a restare “connessi” con figli e nipoti

Ite missa est

I nonni maschi non sono un problema. Loro, se gli regali un cellulare, lo dimenticano nel vano portaoggetti della macchina, in attesa di una emergenza che, a loro dire, difficilmente si verificherà. L’esemplare su cui la scienza concentra oggi i suoi interrogativi è quello femminile, la “tecno-nonna”, detta anche «anziana che ha scoperto il computer e il cellulare».

Non è nativa-digitale, è l’unica a utilizzare con costante tenacia la funzione «Serve aiuto?» del computer. Come i bambini quando imparano a disegnare, descrive minuziosamente, a voce alta, tutti i passaggi che compie («Adesso vado su Start», «Adesso clicco due volte per aprire la pagina»).

La tecno-nonna si crea un profilo Facebook, ottiene l’amicizia dei nipotini adolescenti, e poi commenta le loro foto al mare ricordando quanto fossero più carini quando lei li portava per un mese in Liguria ai tempi della scuola elementare. Minando la loro credibilità sociale.

La tecno-nonna è convinta che il navigatore satellitare lavori al soldo dei benzinai per allungare gli itinerari degli inconsapevoli viaggiatori. Quindi lo insulta, e gli chiede le ragioni di ogni svolta. La tecno-nonna, naturalmente, non sa l’inglese, perciò vive con impotente frustrazione la comparsa sullo schermo di ogni avviso o proposta commerciale scritti nell’ingannevole idioma della perfida Albione. La tecno-nonna possiede cellulari con tecnologie avanzatissime, ma si accontenta di usare la funzione «Chiama». Quando, grazie a un parente compiacente, riesce a installare WhatsApp, lo usa per aderire a gruppi parrocchiali dove circolano immagini di albe sul mare con la scritta «Buona giornata».

Cara tecno-nonna, sappiamo che la tua commovente ostinazione non è altro che timore di perdere i contatti con chi ti vuole bene. Se hai voglia di parlare, ci accontentiamo di un invito a cena per testare ancora una volta la tua parmigiana di melanzane. Trovi la finestra aperta, manda pure l’invito col piccione viaggiatore.

 Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Archivio

Vai