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La commovente ostinazione della tecno-nonna
I tentativi che i nostri nonni compiono per utilizzare computer e cellulari sono volti a restare “connessi” con figli e nipoti
Ite, missa est di Emanuele Fant
La commovente ostinazione della tecno-nonna
I tentativi che i nostri nonni compiono per utilizzare computer e cellulari sono volti a restare “connessi” con figli e nipoti
I nonni maschi non sono un problema. Loro, se gli regali un cellulare, lo dimenticano nel vano portaoggetti della macchina, in attesa di una emergenza che, a loro dire, difficilmente si verificherà. L’esemplare su cui la scienza concentra oggi i suoi interrogativi è quello femminile, la “tecno-nonna”, detta anche «anziana che ha scoperto il computer e il cellulare».
Non è nativa-digitale, è l’unica a utilizzare con costante tenacia la funzione «Serve aiuto?» del computer. Come i bambini quando imparano a disegnare, descrive minuziosamente, a voce alta, tutti i passaggi che compie («Adesso vado su Start», «Adesso clicco due volte per aprire la pagina»).
La tecno-nonna si crea un profilo Facebook, ottiene l’amicizia dei nipotini adolescenti, e poi commenta le loro foto al mare ricordando quanto fossero più carini quando lei li portava per un mese in Liguria ai tempi della scuola elementare. Minando la loro credibilità sociale.
La tecno-nonna è convinta che il navigatore satellitare lavori al soldo dei benzinai per allungare gli itinerari degli inconsapevoli viaggiatori. Quindi lo insulta, e gli chiede le ragioni di ogni svolta. La tecno-nonna, naturalmente, non sa l’inglese, perciò vive con impotente frustrazione la comparsa sullo schermo di ogni avviso o proposta commerciale scritti nell’ingannevole idioma della perfida Albione. La tecno-nonna possiede cellulari con tecnologie avanzatissime, ma si accontenta di usare la funzione «Chiama». Quando, grazie a un parente compiacente, riesce a installare WhatsApp, lo usa per aderire a gruppi parrocchiali dove circolano immagini di albe sul mare con la scritta «Buona giornata».
Cara tecno-nonna, sappiamo che la tua commovente ostinazione non è altro che timore di perdere i contatti con chi ti vuole bene. Se hai voglia di parlare, ci accontentiamo di un invito a cena per testare ancora una volta la tua parmigiana di melanzane. Trovi la finestra aperta, manda pure l’invito col piccione viaggiatore.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi